8 rapper americani su cui puntare nel 2020
Il 2019 a stelle e strisce ha sancito l’ascesa di molti new comers: NLE Choppa, DaBaby e Blueface sono solo alcuni dei più brillanti e giovani talenti che da quest’anno hanno iniziato a riempire club e classifiche, portando una nuova ventata di aria fresca alla scena trap americana.
Ora che ci avviciniamo al nuovo anno ci siamo chiesti quali potrebbero essere i candidati a Rookie
of the Year per il 2020 e alcuni nostri redattori hanno fatto i nomi dei loro
candidati.
POLO G di Elisabetta Banone
Polo G arriva da Chicago, a quindici anni vede il suo migliore amico morire per un colpo di pistola, qualche anno dopo finisce in galera ed è lì che decide di puntare il tutto per tutto sulla sua musica. Il suo modo di cantare ha delle influenze provenienti sia dalla drill, nata proprio a Chicago, ma anche tratti più melodici.
Nel 2019 è uscito il suo primo disco Die a Legend, album grazie al quale ha conquistato l’attenzione del pubblico internazionale. La forza di Polo G sta nella varietà dei suoi pezzi che vanno dai classici brani trap ai racconti di una vita da giovanissimo gangsta, senza mai risultare non credibile.
LIL TJAY di Elisabetta Banone
Lil Tjay condivide con Polo G il passato in strada e l’esperienza del carcere, vissuta a soli 15 anni. Nel 2017 il ragazzo di South Side, New York, comincia a rilasciare alcuni brani su SoundCloud e di lì a poco riesce subito a farsi notare. Nel 2019 il suo album True To Myself ha messo d’accordo la critica statunitense; a questo artista si devono riconoscere grande capacità melodiche liriche e vocali, caratteristiche che hanno reso il suo disco un vero successo.
Con il rapper di Chicago condivide anche il brano Pop Out, pubblicato nel 2019 e arrivato all’11 posizione della US Billboard Hot 100, un grande traguardo per due artisti così giovani.
SMOOKY MARGIELAA di Cristiano Prataviera
L’eterno Peter Pan della Asap Mob, dopo un 2017 che aveva fatto pensare ad una carriera pronta a decollare nel giro di pochi mesi, ha vissuto due anni di stallo in cui non è mai riuscito a cambiare marcia e a sfruttare la popolarità messagli su un piatto d’argento da Asap Rocky, che, nonostante i 15 anni, gli aveva ritagliato un ruolo che andava ben oltre la semplice comparsa all’interno del Cozy Tape vol. II.
Bisogna però ricordare che il ragazzo è un classe 2002, quindi ancora giovanissimo, e con l’imminente album in uscita (si presume a gennaio) può sorprendere la scena e tornare il bambino prodigio che aveva sfornato hit come Stay100 e Vlone Flex.
QUIN NFN di Diego Lauricella
Quin NFN, classe 2001 nativo del Texas, decide a soli 16 anni di abbandonare gli studi per dedicarsi a tempo pieno alla sua più grande passione: il rap. Quin proviene da un background musicale prettamente r&b ma presenta uno stile molto energico su basi prettamente trap, con una scrittura metricamente e tecnicamente curata grazie a diversi incastri e giochi di parole.
Nel febbraio di quest’anno firma per la 10K Projects, etichetta discografica di diversi rapper tra cui anche di Trippie Redd, con la quale ha attirato l’attenzione di alcuni big della scena come Smokepurpp, che lo ha scelto per gli opening act del suo tour. Il 25 ottobre 2019 pubblica il suo primo album ufficiale: 4NUN, che conta 10 tracce e i featuring di NLE Choppa e PnB Rock.
LIL POPPA di Cristiano Prataviera
Classe 1994 di Jacksonville, Lil Poppa può facilmente essere accostato a
quella lunga lista di artisti che per caratteristiche e attitudine hanno in
Gunna e Lil Baby i loro modelli più rappresentativi.
Ciò che caratterizza Lil Poppa sono la musicalità del flow, frutto probabilmente degli anni
passati a rappare per il coro della chiesa locale durante la sua infanzia, e la capacità di
arricchire la sua musica con le esperienze vissute per strada.
Ne è l’esempio più autorevole Purple Hearts, canzone in cui racconta del suo coinvolgimento nel conflitto a fuoco in cui ha perso due amici stretti. Con la recente pubblicazione del mixtape Almost Normal, dove troviamo anche le collaborazioni di Quondo Rondo, G Herbo e Rich The Kid, Lil Poppa si prepara a prendere di petto un 2020 che sicuramente farà parlare di lui come una delle promesse più interessanti.
RAY MOON di Diego Lauricella
Non di certo la più giovane tra gli artisti inseriti in questa rubrica, ma il 2019 ha dato segnali incoraggianti su come il prossimo possa essere l’anno della definitiva consacrazione della 24enne nativa di New York. La perdita del padre in tenera età fa scaturire nella giovane fin da subito tenacia e dedizione, che dimostra già dai 14 anni scrivendo poesie e liriche che raccontano in maniera inspiegabilmente matura e consapevole le difficili situazioni quotidiane nel Queens. Col passare del tempo amplia il suo bagaglio, trasferendosi prima ad Atlanta, successivamente in Florida e infine a Los Angeles. Le influenze di East, West e South si versano nella sua musica: il suo stile non è ben definibile, ma si può considerare un mash up evoluto tra R&B e rap.
Ad oggi Ray non ha ancora nessun progetto ufficiale all’attivo ma il suo singolo con più successo sulle piattaforme digitali, So sorry, che conta circa 900k di streaming su Spotify, è stato inserito nella colonna sonora ufficiale del videogioco NBA 2K20, che ha permesso di allargare il bacino di ascoltatori e soprattutto di attirare maggiormente l’attenzione su questa artista. Su instagram ha da poco annunciato l’imminente uscita di un ep per l’inizio del nuovo anno. Le potenzialità musicali di Ray Moon potrebbero essere molto interessanti, riuscirà a non deludere le aspettative?
1TAKEJAY di Cristiano Prataviera
Dopo il successo di Roddy Ricch, Compton è pronta per sfornare l’ennesimo talento. E se qualche settimana fa Blueface se ne usciva con una storia su Instagram in cui affermava che i nuovi rapper dovrebbero investire più sulla loro immagine che sulla loro musica, a causa dell’eccessivo numero di emergenti, da un certo punto di vista, 1takejay, ne è l’esempio.
Un personaggio decisamente eccentrico, così come il suo flow, abbondantemente condito da senso dell’umorismo e da sfacciati apprezzamenti verso il gentil sesso, sicuro di sè e delle sue qualità. Aggiungiamo uno stile musicale fresco e abbiamo tutto quello che serve per diventare virali nella scena americana degli ultimi anni.
SHINIGAMI di Cristiano Prataviera
Dal 2017 ad oggi, uno dei migliori volti del panoramo emo trap americano underground, anche se come lui stesso ha affermato, non gli piace essere accostato al genere, in quanto troppo limitativo rispetto a quello che si dimostra la sua musica. E come dargli torto, effettivamente. In questi anni shinigami (classe 1999) ha sperimentato in lungo e in largo, senza mai soffermarsi troppo su uno stesso ventaglio di suoni.
Tre album e due ep dopo sembra finalmente arrivato il momento del progetto che può farlo uscire dall’underground: qualche giorno fa sono stati pubblicati la copertina di CyberNetwork, il titolo del nuovo album, e il primo singolo Blunt in the Smoke, che riprende quell’immaginario virtuale che aveva già proposto a più riprese. Il talento è indiscusso, soprattutto se teniamo in considerazione che la gran parte delle sue tracce sono autoprodotte, ma bisognerà vedere se shingami resterà un artista di nicchia anche per il 2020 o se riuscirà a sfondare.