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Una giornata al Bunker Studio con Nayt e 3D

La nostra redazione ha avuto la possibilità di partecipare a una delle Bunker Session organizzate da Nayt a seguito della sua campagna su Musicraiser per Raptus vol.2 e ne abbiamo sentite delle belle riguardo a questi anni di lavoro della Vnt1 Records.

“Ti puoi fare anche lo studio in casa, ma 3D ha la casa nello studio”

Il Bunker studio nasce il 21 Gennaio del 2005 fondato dal produttore romano 3D e prende il nome dalla sua vecchia sede: un garage posto due piani sotto il livello della strada che negli anni è diventato un punto di riferimento per grandi e piccoli artisti della scena romana. Inoltre è stato un luogo fondamentale per il lancio di molti artisti affermati o in ascesa all’interno della scena Italiana.

Ad aprire la nostra giornata in studio è proprio l’arrivo di Davide (aka 3D) che, con due buste della spesa in mano, ci invita ad entrare. All’interno si respira un clima familiare e sereno che permette subito di sentirsi a proprio agio, tra divani, sedie, casse, computer, schede audio e musica. Immaginate ora di essere su un divano, con amici a chiacchierare di musica, ridendo e scherzando: l’atmosfera all’interno era esattamente la stessa.

“Mangiamo spaghetti, io e i miei vecchi”

La giornata prosegue tra un piatto di spaghetti all’amatriciana, qualche curiosità sui vari lavori di Nayt e l’ascolto di “Ops” (uscito il 21/11/17), altri brani inediti e premix mai finiti.  Ciò che emerge dalle parole di William è semplicemente la genuinità e la fame di un semplice ragazzo di periferia che vuole far arrivare il suo messaggio a più persone possibili.

Come afferma egli stesso, il suo continuo orientare il pubblico verso i messaggi reali delle canzoni è frutto proprio di questa sua “volontà di trasmettere un messaggio preciso e coerente”: da qui nasce Raptus vol.2. Ognuno interpreta un disco in chiavi differenti ma come verrebbe spiegato il suo ultimo disco da Nayt? 

“La mia musica è amore, la mia musica è odio”

Facciamo prima un passo indietro parlando del primo capitolo di “Raptus” per capire al meglio il secondo. Il primo Raptus Mixtape è quasi “slegato” e racchiude al suo interno svariate sonorità, passando da pezzi tecnici a pezzi più melodici e prende la piega di un vero e proprio Raptus mentale, per un totale di 17 tracce. Ma se vi dicessimo che le tracce sarebbero dovute essere 19? Ebbene si, due premix sono stati scartati dalla tracklist per il volere dell’artista che non li riteneva inerenti e coesi al resto, seppur ascoltandoli sono risultati dei brani piacevoli e ben studiati.

Da qui nasce poi la voglia di un progetto ben ideato e coerente come Raptus vol.2 che ci viene presentato come l’inizio di un qualcosa di più grande: la scalata delle classifiche. Dalla scelta dei featuring alle produzioni si è susseguito un continuo processo di limatura e rifinitura assieme a 3D e Skioffi, che si sono rivelate due figure fondamentali nel suo percorso artistico.

“Questo legame fra noi si riflette nella qualità della musica, c’è una sintonia assurda, in William ho trovato proprio la persona giusta con cui lavorare. […] Sì, ho lavorato con un botto di gente a Roma ma con lui è qualcosa di diverso” (3D)

Così 3D ha definito il suo rapporto con Nayt e insieme ci hanno spiegato un po’ il processo di produzione musicale che hanno costituito in anni di lavoro.

“Magari io trovo un beat che mi piace in giro e comincio a scriverci sopra, faccio un po’ di prove, poi vengo in studio, faccio sentire tutto a Davide e cominciamo subito a capire cosa va e cosa non va per poi focalizzarci sui punti di forza del brano e dare il via alla creazione di un beat che si adatti al sound che voglio dare alla canzone […], insomma curiamo tutto nei minimi particolari” (Nayt)

Questa cura dei particolari ha portato però a continui ripensamenti che sono stati la causa della mancata uscita di molti pezzi rimasti chiusi nel computer del Bunker insieme alla traccia “Stare Qui” scartata dal suo ultimo progetto.

“Stare qui è una canzone troppo personale e a cui sono legato particolarmente, inserirla in Raptus 2 avrebbe spezzato il filo che collegava le tracce. Poi io sono uno che quando si tratta di pubblicare pezzi così personali ci penso sempre tanto, un po’ per riservatezza un po’ per insicurezza. Credo che “Stare qui” verrà pubblicata separatamente come singolo così da avere l’importanza che si merita.” (Nayt)

“Io ho iniziato solo qua”

La prima collaborazione del duo Nayt/3D ha inizio nel 2009, con “No Story” brano contenuto all’interno di “NaytOne”, il suo primo album ufficiale.

“La prima volta che ho sentito William rappare era un ragazzino, c’avrà avuto si e no 15/16 anni ma ho capito subito che aveva del potenziale allora gli ho proposto di provare a fare qualcosa insieme; da allora non ci siamo più separati” (3D)

Nayt affronta i lavori del passato con atteggiamento diverso rispetto al resto della scena. Infatti ascoltando i vecchi lavori con noi afferma che non li rinnega ma ne riconosce il livello basso rispetto ai lavori attuali.

“Questa cosa che i fan che mi vengono a dire che ero meglio prima non la capisco. Potrai essere più legato alle tracce vecchie ma oggettivamente parlando, la qualità che sto raggiungendo oggi non ha niente a che fare con quello che facevo prima. Ora ho una maggiore consapevolezza di ciò che faccio rispetto a 6/7 anni fa […] “Non sono più quello di No Story” (ride)” (Nayt)

“Siamo ancora al Bunker, faremo le lunghe”

In conclusione della giornata abbiamo ascoltato “Ops”, ultimo singolo di Nayt uscito il 21/11, che ci è stato introdotto come un pezzo più incentrato sul lato tecnico che sul lato melodico e ci è stata data una spiegazione conclusiva del percorso che ha iniziato a seguire dall’uscita di Raptus 2 a questa parte.

“Vedete, io me ne sono uscito un mesetto fa con Piove, che è un pezzo molto tranquillo, con un ritornello che suona quasi come una filastrocca per bambini e ora me ne esco con OPS che è praticamente tutto extrabeat. Questa scelta di pubblicare cose totalmente diverse potrebbe destabilizzare, ma il mio obbiettivo è quello di abituare chi mi ascolta a continui cambiamenti per fargli capire chi sono e che non si devono mai focalizzare su una sola ed unica sonorità. A me piace variare, sperimentare, cantare e rappare e voglio dimostrare al mio pubblico che so farlo, e anche bene.” (Nayt)


Emma Chiavacci

Disagiata e nullafacente che risponde al nome di Emma. Sono un mix di musica, sushi, voglia di vivere e nicotina.

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