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Massimo Pericolo è la Prossima Grande Cosa

Alessandro Vanetti, in arte Massimo Pericolo, è uno dei rapper più discussi del momento. Esploso dopo la pubblicazione del video della sua ultima canzone, 7 miliardi, il rapper di Varese ha cominciato a far parlare di sè grazie alla sua poliedricità musicale che lo sta aiutando a ritagliarsi un posto di rilievo nel rap game.

Facciamo un passo indietro. Massimo Pericolo è però stato attivissimo già da prima di spopolare e prima di conoscere Phra Crookers. Chi pensa che Massimo Pericolo sia solo quello che traspare da 7 Miliardi, non ha proprio capito nulla, né di lui né della sua musica.

Prima di analizzare la sua musica però, dobbiamo muovere da una premessa. Lui, insieme a Rafilù, Speranza e pochi altri, costituiscono una nuova scena più “dura” e “street” rispetto ai loro predecessori. Un ritorno ad un rap più aggressivo e martellante, meno incline alle nuove sonorità melodiche.

I due rapper di Caserta infatti, sono stati molto importanti per la vita e la carriera di Massimo Pericolo. Lui e Rafilù in particolare, si sono conosciuti grazie ad un contest di Garelli. In seguito Rafilù e Speranza sono saliti a Milano, uscendo una sera con un po’ di persone, tra cui per l’appunto Phra Crookers. Alla fine sono finiti in studio e da qui è nata la collaborazione che ha portato a 7 miliardi, primo singolo del disco che sarà prodotto proprio da Phra e Nic Sarno.

7 Miliardi è il culmine di un processo evolutivo che ha portato Massimo Pericolo a svariare tra diversi stili, in modo da non proporre mai un prodotto uguale all’altro. In questa traccia emerge uno degli aspetti fondamentali della controversa personalità di Massimo Pericolo. Nonostante il carattere aggressivo e violento del pezzo, e del video che si apre bruciando la tessera elettorale, Massimo Pericolo è un ragazzo che cerca stabilità e, come dice proprio nel pezzo, una vita decente. Non ostenta finte ricchezze, parla della sua vita incasinata e da risvolto a realtà che altrimenti sarebbero dimenticate e trascurare.

Questo video è l’emblema della sua essenza. In esso sono presenti numerosi spunti per capirne la personalità e gli intenti. Innanzitutto ad un certo punto del video si vedono chiaramente dei ragazzi che fumano delle stagnole, ma lui non vuole incentivare il fenomeno, vuole dargli risonanza mediatica affinché, da Brebbia dove vive lui, a tutta l’Italia ci sia un concreto intervento per migliorare la situazione.

A dire il vero il pezzo era già stato perforato in live, nello studio di Radio Raheem a Milano. Qui, presente anche Phra, è emersa la voglia di spaccare il mondo di Massimo Pericolo, che con le prime due barre del pezzo ha rotto l’amplificatore facendo gasare tutti i presenti e la maggior parte degli ascoltatori.

Massimo Pericolo non è ascrivibile in nessuno degli stili già presenti nella scena. La scuola da cui attinge non è quella classica (come possono essere ad esempio i Dogo, nonostante uno dei suoi rapper preferiti sia Marracash) ma ha anche altre fonti di ispirazione, come si può facilmente desumere dalla varietà di pezzi presenti nella sua playlist di Spotify. E’ un artista completo, capace di svariare tra le sonorità più diverse. I suoi riferimenti musicali vanno da Lil Peep, passando per Tedua ed Achille Lauro, fino ad arrivare a Sfera Ebbasta 

L’arresto ha sicuramente influenzato in maniera indelebile la sua carriera, bloccando sul nascere tutti le possibili opzioni che si profilavano all’orizzonte. Questo imprevisto avrebbe fatto desistere molti, ma non uno con la sua voglia di fare. Durante il periodo di detenzione si è dato da fare ed ha coniato lo pseudonimo Massimo Pericolo, indirizzando in maniera decisa il suo avvenire, senza però essere risparmiato dalla paura per l’incertezza del futuro.

Come in un classico film di Tarantino, siamo partiti dalla fine per giungere poi all’inizio della vicenda. Come avevamo già anticipato, Massimo Pericolo era attivissimo già prima di 7 miliardi. Sarebbe tedioso descrivere ogni pezzo nel dettaglio, ma non spendere nemmeno due parole sarebbe sicuramente una mancanza di rispetto ad un artista che, per quello che ha mostrato finora, è sicuramente diverso da tutti quelli con cui abbiamo avuto a che fare fino ad ora.

Mentre in 7 Miliardi utilizza uno stile più aggressivo, criticando la società e le forze dell’ordine con immagini forti quali il volto di Giuseppe Uva sulla fiancata della macchina, negli altri pezzi emerge un lato più fragile, più emotivo. I suoi altri pezzi trasmettono emozioni contrastanti, trasudano emotività, raccontano la difficoltà nel gestire i sentimenti e di rapportarsi con l’altro sesso, descrivono la vita di periferia.

Massimo Pericolo non vuole insegnare niente a nessuno, vuole essere sé stesso, non scendere a compromessi con nessuno, avere una vita decente e costruirsi un futuro stabile dopo tutto quello che ha dovuto passare.

Questo lato più umano emerge alla perfezione in Totoro, caratterizzato da un’immaginario più malinconico e introverso, tanto che si apre con una preghiera al “signore del bosco” implorando di aiutarli a farla franca.

Emblematica è anche la rilevanza riservata al controverso rapporto con sé stesso e con l’altro sesso. Alcune frasi molte evocative si pongono su una linea di confine tra la classica figura del rapper che ha successo con le donne e l’immagine di un ragazzo molto instabile che non ha ancora trovato la sua dimensione.

Frasi come “Ho te sopra al cazzo, ma non mi frega più un cazzo di me” e altre, per esempio il ritornello di Miss, sono perfettamente in linea con la sua controversa personalità, molto più ricca di sfaccettature di quelle che emergono da un pezzo come 7 miliardi.

Uno dei pochi fili conduttori di tutte le sue tracce è l’odio/disprezzo nei confronti delle forze dell’ordine. Questo odio, che a molti può far storcere il naso, non è altro che la conseguenza di esperienze di vita vissuta. Non è un modo per fare il figo, per aumentare la sua street credibilità, è una denuncia sociale, che trova la sua massima espressione nella frase “Ma voi di che cazzo vi fate per mandarmi in galera d’estate” in cui si riferisce ad un periodo dell’anno in cui le istituzioni statali funzionano a rilento e la reclusione sembra ancora peggiore.

I suoi intenti sono molteplici, riuscire a lasciare Varese e sistemarsi economicamente, senza dimenticare mai il disagio interiore che lo accompagna a tutta la vita. Questa inquietudine è lapalissiana nei suoi testi, alcuni dei quali introvabili sulla rete finché non li caricherà di nuovo, dove dipinge un ambiente in cui molti si sentono oppressi e confinati, la periferia.

Dando rilievo ad un fenomeno, come la macchina e le stagnole di Sette Miliardi, vuole denunciare un fenomeno che troppo spesso viene considerato normale, trascendendo anche quello che un cantante solitamente è tenuto a fare e dimostrando molta più sensibilità e profondità di quello che a prima vista potrebbe far trasparire.

Massimo Pericolo con la sua musica, trascina l’ascoltatore in un vortice di emozioni che lo sballottano da un’aggressività esplicita e quasi esasperata di 7 Miliardi, fino allo struggente senso di malinconia e di incompletezza interiore di pezzi come Totoro e Miss. Non mancano nemmeno racconti di vita vissuta come Cella senza Cesso, in cui permane la diffidenza verso le istituzioni, ree di avergli reso la vita ancora più difficile del dovuto, recludendolo nel peggior periodo dell’anno, dove la burocrazia latita e l’incertezza del domani, e del giudizio, alegga su tutti i detenuti

Massimo Pericolo ci ha dunque abituati bene con la sua musica, e proprio per questo sta raccogliendo sempre maggiori consensi pur non rinunciando a mai ed essere sé stesso. La collaborazione con Phra e Nic Sarno è il punto di partenza per una carriera in rampa di lancio, è pronto a droppare il primo album ufficiale, e siamo tutti certi che non sarà una cosa banale. Vediamo dunque cosa gli riserverà il futuro, certi che i giorni tristi e vuoti che l’hanno accompagnato, siano serviti per forgiare quello che potrebbe essere il nuovo artista di punta ad emergere su una scena che necessitava di una ventata di freschezza come quella portata dal rapper di Varese.

Scritto in collaborazione con Riccardo Rochira


Christian Mandile

Milanese d'adozione ma con il cuore rivolto alla mia CA, ero un ragazzo normale ma poi "il rap mi ha rapito e su di me ha fatto sindrome di Stoccolma"

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