• Da Salerno a Paris, le migliori collaborazioni italo-francesi

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  • Da Salerno a Paris, le migliori collaborazioni italo-francesi

Da Salerno a Paris, le migliori collaborazioni italo-francesi

La scena rap italiana sta avendo sempre di più un occhio di riguardo verso i colleghi d’oltralpe. Ultima in questo senso, è stata la collaborazione di Izi con Dosseh a creare la versione italiana di Habitué. Prima ancora era stato il turno di Capo Plaza nella versione deluxe del suo album 20 a collaborare con l’astro nascente Ninho in Billets. Si sono rivelati featuring di grande successo sia musicalmente che come unione tra la scena rap nostrana e quella francese, aprendo le strade ad una maggiore comunicazione ed influenza reciproca.

Cartine Cartier: SCH e Sfera Ebbasta (2016)
Pietra miliare della new school senza ombra di dubbio, che nasce dall’intuizione di Guilty (KatrinaSquad): egli scopre i lavori di Sfera e lo contatta, dando il via ad una collaborazione con SCH che si rivelerà tra le più prolifiche con l’estero.

La traccia verte sul contrasto tra il lusso del marchio Cartier e l’immagine non altrettanto aulica delle cartine. Ha un mood molto rilassante, a tratti nostalgico: da una parte SCH ripensa ai bei momenti passati nel suo quartiere, dove ha lasciato il suo cuore e in cui vorrebbe trascorrere ancora un’estate; dall’altra, Sfera narra di come, non ancora così benestante, i soldi erano sporchi e non erano ciò che voleva, nonostante ciò credeva in se stesso, promettendo alla sua compagna che avrebbero presto cambiato vita.
Anche SCH resta riflessivo, tra storie di strada, pensieri di morte e la figura paterna a cui è molto legato. Subito compare la metafora del versare l’alcool per terra, per celebrare chi non c’è più. Il padre invece, ormai con le unghie ingiallite dal fumo e coi capelli bianchi, vorrebbe ritornare bambino, ma è troppo tardi: sta male, e in poco tempo se ne andrà.

 

 

Fashion Week Rmx: Sofiane e Tedua (2018)
Remix della ottava traccia di Mowgli che vede un artista inedito per la scena italiana: Sofiane.
Sul beat molto deciso, “che martella”, di Chris Nolan, Tedua alterna il tema della strada – con la sua compagnia di Cogoleto, tra chili d’erba e armi nel blocco – agli hotel di lusso che visita ormai spesso, come se fosse una normalità. Il brano è un esercizio di stile molto deciso, che lascia trasparire l’impronta stilistica del rapper e che combacia con una strumentale al contempo nervosa, cattiva ma che non cade nel banale, ed è varia. Tedua accosta l’oro che fa suonare il metal detector aeroportuale “destando sospetto”, alle sue corde vocali: sono queste, in fil di ferro, di cui dovrebbero aver paura i suoi nemici.

Altrettanto importante ed interessante è il tema della lealtà, che Tedua utilizza sia per se stesso, sia per descrivere Cogoleto tramite la metafora delle “lacrime di coccodrillo”, rielaborandola: qui non si raccontano menzogne, altrimenti il coccodrillo non avrà neanche tempo di piangere.
Sofiane è l’interprete perfetto per rivisitare la traccia: “L’Affranchi” è anch’egli cresciuto in periferia e si sposa perfettamente con il mood della traccia, portando egregiamente la numero 8 di Gattuso, al quale si paragona (“C’est l’Algeria, nerveux comme Gattuso”).

 

 

Habituè Rmx: IZI e Dosseh (2019)
Coppia inedita, dal risultato eccezionale: Izi porta la sua impronta riflessiva e malinconica senza trasformarla in una lagna. Il pianoforte, con i suoi suoni gravi, fornisce la melodia perfetta, con dei crescendo che accompagnano le voci degli artisti.

Parte Dosseh, fiume in piena col cuore spezzato. Si chiede cosa ne sarà di tutti quei “ti amo”, quando ritornerà un uomo fra tanti e non un rapper di successo, senza auto di lusso né soldi, con solo la sua dignità. C’è anche l’eterna lotta tra testa e cuore, con l’ambiente e le persone che cambiano: adesso è un suo amico ad augurargli la morte, quando prima si dicevano “fratelli fino alla morte”.
Izi vive un conflitto interiore: come un “poeta maledetto” francese, bagna i suoi problemi nell’alcool, in un pub. Esterna le “urla che ha in testa” , riuscendo a frugare dentro gli ascoltatori. Ci siamo habitués anche noi, ormai.

 

 

Mwaka Moon Rmx: Kalash e Sfera (2018)
Quarta traccia dell’omonimo album, dove prevale il lavoro di Sfera con la sua strofa.
Pyroman in produzione: molto estiva, molto trap. Una combinazione 808-carillon che si sposa alla perfezione con i bassi.

Tema principale è il lusso e la vita mondana: Kalash e Sfera hanno sempre tipe nuove, che riescono anche a sottrarre ad altri ragazzi, vista la loro notorietà. Si possono permettere auto di grossa cilindrata e di un certo marchio, abiti di lusso e champagne nelle vie più chic del mondo, come appunto gli Champs-Èlysees. Nel complesso la traccia trasmette un buon mood, e, seppur calma, non addormenta.

 

 

Balenciaga: SCH e Sfera Ebbasta
Questa è la trappata per eccellenza. Altra collaborazione di successo sull’asse Marsiglia-Milano, stavolta prodotta da Charlie Charles. Beat coinvolgente e veloce, sul quale entra deciso SCH, facendo subito riferimento a BRNBQ, una delle sue tracce preferite di Sfera.

Anche qui non mancano i riferimenti alla vita difficile del giovane francese: ci descrive la scena di come suo padre, con gli occhi alzati al cielo, svuotava il serbatoio della macchina aziendale per riempire quella familiare. Ora che però è un rapper di successo, non vuole tornare a “passare l’inverno sotto la grandine”, quindi tornare povero: adesso può permettersi dei Jeroboam, vestiti firmati e una stanza al Principe di Savoia. La sua vità deve essere un’opera d’arte.
Sfera fa il suo ingresso con un ritornello incalzante, dedicato alla sua cerchia di amici. Parlano solo di soldi e li moltiplicano, anche se la coscienza è sporca, ma sono affamati e ci credono nella loro riuscita musicale: Sfera, Mario, Diego e Charlie ora sono nell’Olimpo del rap italiano.
Il risultato è eccellente: a 3 anni ormai dalla sua uscita, la traccia è un culto per ogni ascoltatore rap, come l’album dell’omonimo rapper milanese.

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