Enzo Dong è tutto fumo e niente arrosto?
Si potrebbero dire tante cose della seconda stagione di Gomorra: carina, un po’ sottotono, spettacolare in alcuni punti ma c’è un dettaglio che a molti sfugge. Grazie alla seconda stagione di Gomorra entra per la prima volta nelle nostre case uno dei rapper napoletani più irriverenti e carismatici della scena: Enzo Dong.
Mentre Malammore contempla le vedette sui tetti dei palazzi della sua zona risuona per la prima volta nelle orecchie di molti la canzone Secondigliano Regna, pezzo emblematico e terribilmente adatto per quella scena che di poco antecede il finale di stagione di una delle serie italiane più famose nel mondo.
Ma questo fu solo l’antipasto perché il vero botto per Enzo Dong (acronimo della frase Dove Ognuno Nasce Giudicato) avviene qualche mese dopo. Sull’onda ormai inesorabile del movimento new wave/trap che sta attraversando inarrestabile il Paese, il rapper napoletano pubblica nell’ottobre 2016 quello che probabilmente per ora rimane il suo più grande successo, Higuain, che, ispirandosi agli avvenimenti del calciomercato e anche grazie al solito misunderstanding della stampa nostrana nei confronti dei pezzi rap, diventa un vero e proprio tormentone. Ed è proprio in questo brano che Enzo Dong in realtà mette anche i pilastri principali di quello che sarà poi il suo personaggio futuro, una sorta di ibrido tra un hype man, un rapper con un passato di strada solido e un meme vivente.
Ma andiamo per punti: Enzo allo stato attuale (diciamo da dopo che la sua carriera è esplosa con Higuain) ha all’attivo solo 7 pezzi pubblicati nell’arco di tre anni e nessun progetto articolato come un disco o un EP. Per lo stato attuale del mercato molti direbbero che la media di due singoli all’anno siano un po’ pochi per consolidare una carriera eppure Enzo, grazie a un’abile politica di gestione social e grazie anche a una fitta rete di amicizie tra gli altri artisti che gli ha permesso di essere presente in moltissimi progetti nel corso del tempo (basti pensare alle sue collaborazioni iconiche con la Dark Polo Gang in Aldilà o con Izi in Come Me), ha saputo sempre mantenere l’attenzione su di sé trasformando quella che molti potrebbero ritenere una presa in giro (come l’aver annunciato quasi due anni fa il disco e dire circa una volta al mese che è quasi pronto) in una sorta di tormentone, un vero e proprio meme che tiene incollati i suoi fan nella speranza di vederlo un giorno finalmente uscire con questo fantomatico disco.
A un ascoltatore poco attento verrebbe quindi da chiedersi: ma Enzo è quindi tanto fumo e niente arrosto? Sì e no.
Da una parte sicuramente è innegabile che il rapper stia molto giocando col fuoco. Mantenere sempre teso il filo dell’hype ha un senso se si ha un progetto veramente valido in ballo ma tutta questa attesa potrebbe a un certo punto stufare i fan, attratti magari da qualcuno che invece è capace di premiare il loro hype in un tempo più breve e con un prodotto di qualità magari. C’è da dire tuttavia a favore del rapper di Secondigliano che, a differenza dei progetti colorati e dichiaratamente pensati per cercare il tormentone nel periodo post Higuain, Enzo ha sempre avuto una forte identità street nei suoi pezzi, sia dal punto di vista musicale che dal punto di vista visivo. Pezzi come Sott e bass o Che guard a’ fa o anche la stessa Secondigliano regna ne sono la prova. Caratterizzati da un forte uso del dialetto, le rime taglienti che oscillano continuamente tra la punchline zarra e la denuncia sociale, il flow rapido come una mitraglietta e i video tutti girati per le strade della sua Secondigliano, quasi sotto casa dello stesso Dong (tanto da dare addirittura una certa ripetitività ad alcuni video per quanto si vedono sempre gli stessi posti) riesce a delineare un immaginario ben preciso: una realtà grigia e soffocante fatta dei palazzoni della Napoli Dove Ognuno Nasce Giudicato.
Enzo tuttavia non ha perso questa attitudine street e questo è testimoniato dagli ultimi due singoli rilasciati che abbandonano i temi di Gucci Rubate e tornano per strada, dove tutto è cominciato. Ciro e Mammà sono brani d’impatto, ben lavorati e con dei ritornelli che rimangono in testa. Nel particolare quello di Mammà, che vede la collaborazione del cantante neomelodico Anthony, trasporta l’ascoltatore nella Napoli vera, quella dove i criminali più che ascoltare i rapper per identificarsi ascoltano ancora i neomelodici. Questi brani sono in grado di unire tutto il pubblico vecchio e nuovo del rapper napoletano ma sopratutto di convincere gli scettici che al di là dei meme, della quantità di storie su instagram e del gossip, Dong è davvero un artista che potrebbe portare un album valido fatto di atmosfere altalenanti tra brani molto leggeri e pezzi più impegnati, il tutto in maniera valida e musicalmente convincente.
Al momento nel quale scriviamo ovviamente tutte queste sono solo supposizioni e non possiamo fare altro che aspettare questo disco che un giorno è quasi pronto e quello successivo sta venendo scritto (citando direttamente alcune storie di Enzo), sperando che sia un prodotto che regali a Napoli nuove canzoni iconiche come quelle che ci furono ai tempi dei Co’ Sang.