• Il 2020 del rap americano è una royal rumble

    Erano probabilmente un paio d’anni che la scena rap statunitense non ci regalava un periodo così straripante di uscite di spessore e qualità.

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  • Intervista a Random: il suo primo ep tra Chiasso e Montagne Russe

    Emanuele Caso, in arte Random, ha solo 19 anni ma sembra avere già le idee chiare. Montagne Russe è il suo primo ep, uscito da pochissimo, e l’immagine adrenalinica suggerita dal titolo potrebbe rappresentare bene, per analogia, la sua storia con la musica. In Frasi fatte dice di essere solo uno come tanti, ma i numeri dicono tutt’altro: conta già un doppio disco di platino, milioni di stream su Spotify, e videoclip che in pochissimo tempo finiscono tra le prime tendenze di YouTube. Spopola grazie a social come TikTok, e con la recentissima partecipazione ad Amici Speciali consolida, ed amplia, i suoi ascoltatori. Fa parte di quei ragazzi giovanissimi che stanno raggiungendo, in musica, numeri incredibili – Tha Supreme, Anna, Madame, solo per citarne alcuni: la nuova generazione sembra avere una marcia in più, in fatto di originalità artistica e velocità, raggiungendo un pubblico molto vasto in tempi relativamente brevi.

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  • Gemelli: svolta o passo indietro?

    Il doppio. Una figura mitica del tutto identica ad un’altra persona che, spesso, ne incarna il lato oscuro. Un tema ampiamente esplorato nella letteratura – come nel cinema – lungo l’intera storia dell’umanità. Pensiamo all’Anfitrione di Plauto, una delle più classiche commedie degli equivoci, o alla triste vicenda del narcisista Dorian Grey, per non parlare del confuso rapporto tra il protagonista senza nome e Tyler Durden in Fight Club.

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  • La poetica del disagio: Disme racconta le terre dell’introspezione

    Malessere e tormento interiore: Disme racconta la vita cruda che ha vissuto. La terra ligure viene raccontata da un punto di vista del tutto singolare. In collaborazione con Futura 1993 ecco l’intervista all’artista spezzino di casa Golpe che sta lasciando una nuova impronta nella musica rap.

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La poetica del disagio: Disme racconta le terre dell’introspezione

Malessere e tormento interiore: Disme racconta la vita cruda che ha vissuto. La terra ligure viene raccontata da un punto di vista del tutto singolare. In collaborazione con Futura 1993 ecco l’intervista all’artista spezzino di casa Golpe che sta lasciando una nuova impronta nella musica rap.

Disme è un rapper italiano, originario di La Spezia. Membro della crew FlavorGang, ha pubblicato il suo primo mixtape intitolato Vivo Male nel 2016. Fa inoltre parte, insieme ad altri artisti liguri, quali Tedua, Izi, Bresh, Vaz Tè, Guesan, Nader Shah e III Rave, del collettivo Wild Bandana / Drilliguria. Tra i rappers di questa importante crew italiana, che lo hanno accolto nel mixtape Amici Miei, è stato l’unico ha sviluppare ed esplorare a fondo le esperienze di vita cruda e buia. A differenza della Liguria di Tedua, assolata e ricca di vita, o malinconica, come la descrive spesso Bresh, quella di Disme è filtrata da flussi di coscienza accumunati da un’amarezza di fondo.

“Sto così in alto che se piove piango” queste le parole che aprono il ritornello del suo nuovo singolo, dal titolo MATTO, uscito l’8 maggio per Golpe, etichetta/mgmt già legata ai già citati Tedua e Bresh, la realtà di cui fa parte. Disme ha annunciato su Instagram l’uscita del brano, prodotto da SHUNE, come un prologo. Sicuramente ci si aspetta qualcosa di grande nei prossimi mesi, purtroppo però non è ancora tempo di anticipazioni. Durante la nostra chiacchierata sorge spontaneo chiedere a Disme quale sia il suo personale processo creativo quando lavora ad una canzone. Risponde: “Quando scrivo non so cosa sto per dire, non ho idea di quale tematiche affronterò nella canzone e nemmeno il titolo ho deciso. Non ho appunti in quaderni o block notes con rime e frasi pronte ad essere usate. Ascolto e seguo il flusso del beat in base al sentimento che mi trasmette”.

Il malessere e il disagio interiore sono due tematiche ricorrenti nei brani dell’artista spezzino. Li esplora, li analizza fino a farli diventare la propria forza creativa. Durante l’intervista sorge spontaneo chiedergli quando nasce questa sua forte necessità comunicativa: “Nasce dal momento in cui sono al mondo. Uso il rap per sfogo e per raccontare i miei pensieri, le mie esperienze di vita. Mi viene spontaneo parlare del disagio perché l’ho vissuto e lo vivo tutt’ora. Ho sempre avuto sin dall’inizio più o meno la stessa attitudine, non sono mai cambiato”.

 

 

La forza creativa di Disme è racchiusa nel racconto di sé e del suo tormento. Il suo carattere introspettivo viene utilizzato come un’arma che puntualmente mette in gioco per differenziarsi dalla scena rap-trap attuale, come se fosse una sorta di terapia personale. La poetica del disagio è un marchio di fabbrica ricorrente in tutti i suoi brani, gli permette di creare un legame molto intimo con l’ascoltatore, il quale è in grado di lasciarsi trasportare dall’esperienze che gli vengono raccontate.

Disme nei suoi brani racconta spesso di solitudine, odio e droga. È evidente che ci sia un rapporto molto intenso tra lui, la sua musica e quel mondo che vive giorno per giorno. Così diventa naturale chiedergli quale sia il ruolo della musica nella sua vita e quando ha iniziato a muovere i primi passi nel rap: “Ho iniziato a rappare all’età di 13-14 anni e questa cosa mi ha cambiato la vita, perché qualsiasi cosa che non fosse musica, dal quel momento, è stata messa in secondo piano. È vero, nei miei brani ho parlato di odio e droga come tematiche che ho vissuto in prima persona, ma non credo che il rap mi abbia salvato, il mondo là fuori mi sta ancora risucchiando e quello che dico nei testi oltre ad essere passato è anche presente”.

Sicuramente è un talento di cui si sta iniziando a parlare in questo periodo e nei prossimi anni sicuramente la sua musica arriverà a un pubblico più vasto. Sarebbe bello pensare che un giorno talenti come il suo possano seguire la strada europea che artisti rap-trap del calibro di Sfera, Ghali e Salmo già da qualche anno stanno percorrendo eccellentemente. A precisa domanda su dove Disme pensa che la scena rap italiana sia posizionata in Europa in questo periodo storico l’artista risponde: “Secondo me in Europa per quanto riguarda il rap in Francia sono i primi, poi c’è il Regno Unito e poi l’Italia al terzo gradino del podio”.

di Stefano Rizzetto
In collaborazione con Futura1993
il network creativo creato da Giorgia Salerno e Francesca Zammillo che attraversa l’Italia per raccontare la musica come nessun altro. Segui il network su Instagram e Facebook.

 


Savio De Vivo

27 anni ma per tre ne ho avuti 24. Sono un uomo di poche parole...ci sono domande?

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