Ma cu minchia è Achille Lauro, nn si capisce 1 parola
Il Rap e Sanremo sono sempre apparsi come due linee parallele, che mai si dovrebbero e potrebbero incontrare. Questo fino al 2019 quando in gara al Festival della canzone italiana si leggono tra i nomi dei partecipanti Ghemon e, soprattutto, un certo Achille Lauro.
Sì, Achille Lauro. Quello di Barabba, Immortale e Dio C’è quest’anno calca un palco accompagnato da nomi completamente atipici per un ascoltatore del rap come Loredana Berté, Il Volo e compagnia bella.
Prima di proseguire però sembra opportuno fare una precisazione: Rolls Royce, il pezzo con cui Achille si presenta al festival non è un pezzo rap, è un pezzo da lui stesso definito rock n roll, e lo è davvero.
La speranza che Lauro imboccasse il palco dell’Ariston cantando CCL era forte in tutti noi, ma vedendo lo stesso rapper romano esibirsi con il suo pezzo di fronte a persone che avrebbero accolto l’Anticristo con più calore, ci siamo sentiti veramente soddisfatti, a tratti emozionati. In primis il testo, se letto, rispecchia lo stile tipico di Lauro: quella scrittura per immagini e la musicalità delle citazioni in lingua straniera sono tipiche sue, e il fatto che abbia deciso di portarle anche a Sanremo è una scelta da non sottovalutare. Poi per ascoltatori di vecchia data come noi che conoscono il passato dell’artista in questione, vederlo su QUEL palco avrebbe potuto creare qualche scetticismo, ma così non è stato e ammettiamo che la sua presenza scenica abbia fatto buona parte del lavoro.
Una volta conclusa l’esibizione il nostro cervello ha partorito quasi immediatamente una domanda: ‘Ma l’ascoltatore medio, a maggior ragione dopo il tornado Sfera Ebbasta di un paio di mesi fa, come avrà reagito alla vista di questo rapper tatuato in faccia sul palco del Festival?’
Signori e signore, sapevamo benissimo a quale pericolo stavamo andando incontro, e quello che abbiamo trovato non ci ha assolutamente deluso.
Sembra quasi di leggere i commenti che hanno accompagnato la tragedia di Corinaldo: poca ragione e tanta voglia di accanirsi contro qualcosa che non si conosce. Ultima perla è quella lanciata da un programma molto famoso della tv italiana, di cui non faremo il nome per pubblicizzarlo in alcun modo, secondo cui Rolls Royce sarebbe un pezzo sull’Ecstasy, questo perché su qualche pillola è stato rinvenuto il logo della casa automobilistica, e scelto di conseguenza da Lauro come elemento nella presentazione del singolo. Titolo clickbait e argomentazioni da abnegazione della facoltà di intende e di volere. Delirio totale.
Ciò che non si spiega, a giudicare da quanto visto sopra, è che poi essenzialmente la
campagna Sanremese di Achille non sia andata affatto male, incontrando il favore della
giuria e anche il sostegno da alcuni big della scena, terminando al nono posto. Ancora una
volta è si può pensare che ormai sia troppo facile ergersi a difensori della morale, della
buona musica e del buon gusto per partito preso piuttosto che cercare di allargare i propri
confini, o più semplicemente soprassedere su ciò che non ci interessa senza giudicare cose
che non si conoscono. Si tratta di un problema di mentalità: è un modo di vedere le cose di
un’Italia retrograda che non si limita ad aggredire il nuovo, senza mezzi termini non
lo lascia nemmeno esprimere. Nonostante questo siamo però convinti che quello che Lauro
volesse fosse proprio questo: rovesciare l’Ariston ed ogni suo canone.
E per questo ci togliamo il cappello.