• Home
  • Freestyle: dal muretto a Youtube come ci siamo arrivati?

Freestyle: dal muretto a Youtube come ci siamo arrivati?

Nel corso degli anni abbiamo potuto assistere ad un radicale mutamento del mondo del Freestyle, dovuto soprattutto allo sviluppo di nuove tecnologie e di nuovi mezzi di diffusione musicale. Prima di analizzare questo fenomeno però partiamo dall’ABC: Cos’è il freestyle?

Il Freestyle rientra nelle 4 discipline dell’Hip-Hop e consiste nel rappare rime improvvisate di senso compiuto, su di una strumentale o sul beatbox, nel corso di eventi come Jam e Battles, durante le quali si assiste a performance collettive o sfide “1 contro 1”. Questa disciplina è alla base dello sviluppo del Rap e affonda le sue radici nei ghetti e ancor prima in Giamaica, anche se spesso si tende a far risalire la nascita del Freestyle ai Block Party, durante i quali gli Mc improvvisavano sulle basi dei Dj.

Le origini

Nei primi anni ’90, periodo di progressiva affermazione del Rap in Italia, le prime Battle e i primi contest di Freestyle venivano organizzati nei centri sociali, dove si riunivano persone della zona (e alle volte anche esterne) per assistere e partecipare a questi eventi, i primi e unici (oltre ai live) legati al mondo dell’Hip-Hop.

Nel corso degli anni poi si è andato a formare uno degli eventi di Freestyle più importanti d’Italia: Il “Tecniche Perfette“. La prima edizione di questa manifestazione Hip-Hop risale al 2003, ideata da Dj Double S e Mastafive, due dei personaggi più influenti della scena Piemontese. L’evento è così strutturato: vi partecipano artisti da tutta italia, per un numero massimo di 34 Mc’s, ed è costituito da 3 fasi; Nella prima fase (Roulette Russa) si assiste ad una scrematura dei partecipanti fino ad arrivare a 16. Nella seconda fase (Round KO) gli Mc’s affrontano sfide 1vs1 che porteranno all’arrivo in finale di soli 2 partecipanti che si affronteranno nell’ultima fase (Giro della morte), durante la quale i finalisti si sfidano sui quattro quarti fino a che non cedono e/o non vengono fermati. Questa manifestazione sembra essere sopravvissuta nel tempo e continua a svolgersi ogni anno con cadenza regolare. Molti sono i premi e le possibilità che ha offerto e offre ai partecipanti (dalla visibilità fino alla possibilità di registrare in studio o avere degli sponsor).

Negli stessi anni, contemporaneamente al Tecniche Perfette nasceva un’altra grande manifestazione legata al mondo del freestyle: il “2thebeat” (2004/2006). Esso si svolgeva ogni anno e chiamava a raccolta Mc’s da tutta Italia, che si sfidavano in un vero e proprio “torneo” di Freestyle. La prima edizione del 2004 si rivelò l’evento di Hip-Hop più grande di tutta la stagione, che contava ben 2500 spettatori ed Mc’s di alto livello tra cui Danno, Jake La Furia, Tormento, Turi e Moddi Mc (vincitore della prima edizione). Nonostante il 2thebeat abbia avuto una vita breve ha assistito alla partecipazione di artisti di spessore nazionale che hanno segnato la storia di questa disciplina in Italia.

Dalla Jam alla Tv: Mtv Spit

Nel 2012 il Freestyle arriva al pubblico attraverso uno dei programmi TV Hip-Hop più popolari del tempo: Mtv Spit. Esso è uno show incentrato sulle battaglie di Freestyle firmato Mtv e condotto da Marracash. Il programma, durato 3 edizioni, ha riscontrato un grande successo nel panorama dell’Hip-Hop Italiano e ha assistito alle performance di molti artisti che oggi risultano essersi affermati nella scena. Durante ogni edizione si sono alternati svariati giudici (personaggi che variano dai Club Dogo a Paola Zukar) e si è assistito ogni anno ad un rinnovamento delle dinamiche delle Battles (con variazioni minime ma significative). Principalmente le battles erano così strutturate: partecipavano un massimo di 12 Mc’s che si sfidavano a rotazione in sfide 1 contro 1. Le prime due sfide avevano un tema di attualità al quale gli artisti si dovevano attenere mentre nella terza sfida il tema era libero. Intorno alle battles di freestyle Mtv Spit ha creato dinamiche teatrali; la novità più grande? Non vi era un palco, bensì gli artisti si sfidavano all’interno di una gabbia, che ricordava gli incontri di lotta libera nelle gabbie. Insomma, il Freestyle assumeva così un ché di scenografico e aggressivo che coinvolgeva sia il pubblico in studio che quello a casa.

E Oggi?

Ad oggi il freestyle sembra aver assunto caratteristiche totalmente diverse. Siamo passati infatti dalle semplici Jam a veri e propri videoclip musicali postati su Youtube nei quali, di fianco al titolo della canzone, compare la parola Freestyle. Ma il freestyle non era improvvisato? Ebbene sì, anche se col tempo questa concezione si è evoluta portando ad applicare questo appellativo a brani scritti relativamente di getto (un po’ come le performance improvvisate) e poi postati e condivisi attraverso video musicali ben curati e studiati per ottenere visualizzazioni. Artisti come Shade oggi basano la loro carriera su questo fenomeno in costante crescita che sembra attirare il pubblico a sé come una. Nonostante le battles e i contest esistano ancora, risultando comunque importanti per la propaganda di un’artista, sembrerebbe che sia la scena più radicata che gli emergenti preferiscano di gran lunga concepire il freestyle come un breve testo scritto velocemente, in modo da attirare a sé una grande fetta del pubblico online.

 


Emma Chiavacci

Disagiata e nullafacente che risponde al nome di Emma. Sono un mix di musica, sushi, voglia di vivere e nicotina.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Seguici