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Veni, Vidi, Vici: arriva Ensi con “V”

V è una lettera che sta per vendetta o vittoria. V è l’iniziale del nome Vincent o del cognome Vella. V è anche il simbolo romano del numero cinque. Di queste letture, quali troveremo in “V”, il nuovo lavoro di Ensi? La risposta è… TUTTO.

Ebbene sì, il quinto album del rapper torinese è l’incastro perfetto tra rabbia, passione, amore e divertimento. È l’hip hop con tutto e niente, l’ottimizzazione di forma e contenuto. Come preannunciato dagli estratti di “V”, siamo di fronte ad una maturazione dell’artista, non solo musicale ma anche umana: da ragazzo a uomo, a padre. Questo disco è stata la naturale evoluzione del suo cammino personale, legato ai successi con i OneMic ed a quelli individuali, alle delusioni amare della carriera ed alle esperienze vissute, da quelle più dolorose a quelle più gioiose.

 

“al bordo di periferie

le compagnie come un esercito

persi in queste vie

tra fabbriche e Decepticon

clima desertico”

-Ribelli senza causa-

 

Le tracce sono ordinate in maniera perfetta, delineando una linea precisa, una scia d’ascolto equilibrata che ci guida tra i ricordi, i pensieri, le certezze e le emozioni di un giovane padre, uno di noi, cresciuto tra cemento, lacrime e sorrisi. Da tutte le canzoni traspare, comunque, l’amore di Ensi per la musica, per la sua gente e per la sua famiglia.

Spaziamo quindi dai pezzi come “Ribelli senza causa”, “Identità”, “Te lo dicevo”, “Tutto il mondo è quartiere”, “Mezcal”, in cui è più pronunciata la forza evocativa del concetto di appartenenza, dell’essere il testimone di un gruppo, il lume d’ispirazione per la propria tribù, a quelli in cui è la vena del freestyler, del rapper puro, a prendere il sopravvento come, ad esempio, “Iconic”, “Boom bye bye”, “Sì, come no”.

 

“sono la formula perfetta contenuto e forma

la lancetta che va a tempo finchè tutto torna

lo schiaffo che rinfresca la memoria corta

sono fra dabbare e il gesto delle corna”

-Iconic-

 

In altri titoli, come “Sugar Mama” e “4:20”, emerge la spensieratezza dell’artista che, nonostante sia cresciuto ed abbia tagliato traguardi importanti, mantiene ancora quell’animo scherzoso che gli ha permesso di stringere legami ed amicizie forti, oltre che superare gli attimi bui della propria esistenza.

Nella parte finale del disco, quella più introspettiva, si sente tutta la potenza dell’amore di Ensi per la sua famiglia e la musica, legando queste due realtà in maniera inscindibile, facendole convivere in se e con se. Lo si intuisce già dai titoli: “In volo”, “Mamma diceva”, “Noi”, “Vincent”. I testi sono forti, emozionali e molto toccanti.

 

“è come un vecchio disco

l’amore di mia madre solo ora che sei qua lo capisco

in un sogno lei ti aveva già visto

e ti assicuro sei

come aveva descritto”

-Vincent-

 

Ad ogni modo, tutte le canzoni rientrano in un disegno più ampio, senza voler lanciare un messaggio specifico: “V” è un disco in cui Ensi si racconta per il piacere di farlo, canta per se stesso e lo fa come piace a lui, senza preoccuparsi delle conseguenze. È una rinascita, ma non artistica. È il ritorno alla libertà, anche pionieristica, di creare, di sperimentare, ma per se stessi, in una sorta di resurrezione dopo un “detox” musicale durato quasi 3 anni. Il rapper, con questo disco, non rinnega ciò che ha realizzato prima, nel bene e nel male, ma si confronta con il mercato discografico, senza vincoli, proprio come faceva nelle battle di freestyle, rilasciando al pubblico ciò che ama di più al mondo e come più lui ama farlo, una “formula perfetta tra contenuto e forma”, pronto a scontrarsi con il dito inquisitore della critica, affrontando il verdetto di questo importante match con gli occhi di chi non ha paura del risultato poiché ha dato tutto.

I featuring e le sonorità impiegati in “V”, tra l’altro, sottolineano quanto detto finora. Il Cile si integra perfettamente con Ensi, dimostrando ciò che afferma il rapper, ovvero che l’hip hop è tutto e niente, non ci sono dogmi, né postulati: l’hip hop riesce a far convivere ed amalgamare diverse realtà artistiche nella stessa canzone. Clementino, iena spacca-palchi, duetta con il suo rivale/collega/amico storico come in una vera battle, con grinta, ardore ed il fuoco nella voce, quel fuoco di chi ne ha viste tante insieme al socio di sempre. Luchè, titanico, rappresenta un pilastro della scena rap italiana in questo anthem ed intona un canto di guerra che ricorda a tutti chi può fare la voce grossa in questo business. Gemitaiz e MadMan si confermano super creativi, “piantando” la loro firma in questa joint song fortemente voluta da Ensi.

 

“la vita è arte, è rivoluzione

come farne parte, è interpretazione

è la mia visione, frate esci a piedi, vieni e vedi

ma non basta che mi segui, serve che mi credi”

-Identità-

 

Le strumentali sono estremamente varie, ma tutte evocative. Abbiamo i break-beat, il rock, le basi più “classiche” e gli scratch, la rivisitazione del sound etnico, la cassa dritta, le atmosfere cupe ed introspettive, il blues, la vibe allegra e le musiche rarefatte, leggere e soavi. Esaminando, ad esempio, “Iconic”, “Tutto il mondo è quartiere” e “Mezcal”, assistiamo ad una vera e propria nuova era di suoni, create ad hoc, originale, un equilibrio perfetto tra la visione musicale dei producer e la dimensione caratteriale di Ensi.

Concludendo, se vi piace il rap, “V” è un disco da ascoltare. Ensi si è superato, ingabbiando tra parole e musica la sua visione del mondo, di se e della vita. Tutto questo lo fa senza presunzione, né supponenza, ma per il puro piacere di farlo, per se stesso e per condividere i suoi pensieri, sperando così di sfiorare la lunghezza d’onda dell’ascoltatore ed avere compagnia nel suo viaggio esistenziale, come un fratello o un amico, oppure un ponte tra generazioni.

“V” sarà il disco dell’anno? Agli ascoltatori l’ardua sentenza. Mi sento di affermare, tuttavia, che Ensi, con questo album, abbia segnato in maniera positiva la scena, dando una boccata d’aria nuova  al mercato discografico e producendo il suo più grande capolavoro, senza denigrare le sue precedenti fatiche, tutte ottimi prodotti se collocate nei rispettivi tempi d’uscita. Concludendo, “V” è Ensi, è suo figlio, è la sua famiglia, i suoi cari. “V” è rabbia, passione, divertimento ed amore. “V” è l’hip hop per Ensi e, si sa, l’hip hop è tutto e niente.


Marco Rivoli

Classe 1981, ho iniziato ad ascoltare rap ed a vivere l'hip hop nel 1994 con le prime puntate di One Two One Two su Radio Deejay. Ho fatto e continuo a fare tante attività nella mia vita, anche in campi molto distanti fra loro, eppure la passione per la doppia h non mi ha abbandonato.

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