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Millennium Bug è il manifesto della generazione Z

Millennium Bug è l’ultima fatica del duo Drast e Lil Kaneki, in arte PSICOLOGI, uscita venerdì 12 giugno. Nei mesi passati si sono fatti notare grazie ai due EP 2001 e 1002, e questo progetto può essere considerato come il loro primo disco ufficiale.

Il primo elemento che colpisce leggendo la tracklist, è la quasi totale assenza di featuring rispetto agli standard odierni dei colleghi, soprattutto considerando che si tratta del loro disco d’esordio. Scelta che nel complesso si è rivelata non solo azzeccata, ma addirittura il valore aggiunto del disco.

 

La particolarità di Millennim Bug, infatti, è proprio la coerenza – sia a livello musicale che a livello semantico. In un mercato in cui escono fondamentalmente quasi solo progetti costruiti per essere delle playlist di brani eterogenei, con lo scopo di acchiappare più ascoltatori possibili, Drast e Kaneki hanno deciso di remare nella direzione diametralmente opposta, regalandoci un album nel vero senso del termine.

È importante far notare che gli ospiti – Madame, Tredici Pietro e i Fuera – pur essendo pochi hanno un’importante caratterista in comune: sono tutti giovanissimi. Elemento che può sembrare superfluo ma nell’economia del disco è fondamentale.

 

Per iniziare con l’analisi del progetto in sé partiamo dal titolo che, se interpretato, è in grado di racchiudere l’intero concept dell’album. Il “Millennium Bug” fu un difetto informatico che si manifestò alla mezzanotte del 31 dicembre 1999. Il motivo alla base di ciò fu che i programmatori informatici del tempo, per risparmiare spazio di memoria, avevano impostato la gran parte dei dispositivi in modo tale da memorizzare gli anni utilizzando solo due cifre decimali, dando per scontato di trovarsi nel 1900. Nessuno, però, era in grado di prevedere le reali conseguenze di quella scelta allo scoccare del nuovo secolo.
Una generazione che sceglie, forse pure inconsapevolmente, di concentrarsi solo sul presente senza preoccuparsi del futuro e di cosa accadrà alla generazione dopo. Questa storia vi dice nulla?

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Fck u fuori ora

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Nonostante ci fosse il forte rischio seguendo questo concept, Millennium Bug non risulta come una lagna o un’accusa verso la generazione dei nostri genitori: il progetto non è altro che il racconto genuino e sincero del mondo che ci circonda, nel bene e nel male, visto attraverso la lente di un millennial qualsiasi, diviso fra una serata in un locale e il sogno di emigrare in qualche posto lontano.

In certi aspetti può essere persino paragonato all’album Polaroid di Carl Brave e Franco126, ormai divenuto culto, ovviamente con le dovute proporzioni e con la peculiarità di rendere estremamente attuale, attraverso riferimenti specifici, la quotidianità che il duo romano nel 2016 aveva incastonato in una dimensione senza tempo.

 

Musicalmente il disco è un piccolo capolavoro, sia perché riesce a mantenere una propria coerenza nel corso dell’intera tracklist e sia perché i due hanno avuto il coraggio di scostarsi dalle mode attuali, portando un suono che nel rap italiano difficilmente si era sentito prima.

Hanno mischiato rock, musica elettronica e rap e il risultato è veramente godibile. Diciamocelo, i beat tutti uguali creati con sempre gli stessi suoni hanno stufato un po’ tutti. L’hip-hop va salvato attraverso l’evoluzione continua e Lil Keneki – che in Funerale scimmiotta chi ripudia l’evoluzione del genere – è la ciliegina sulla torta.

“Resto nell’amplesso, del testo, sei finito a scrivere l’ennesimo pezzo
Nella metrica ostetrica, onerica, retrica, ma che cazzo dici?”

Il disco può essere concettualmente diviso in tre parti, e ognuna di esse può essere paragonata ad un momento di un sabato sera qualunque insieme alla propria compagnia di amici: il tragitto verso la festa, la serata e la mattina dopo.

Sorvolando sul geniale intro compiuto da nientepopodimeno che Peter Griffin, i primi due brani – Amici e Tristi e Soli – appaiono come una sorta di autopsia della nostra generazione, analizzata prima a livello macro attraverso le storie e gli aneddoti dei loro amici, poi a livello micro, esplorando la loro interiorità e cantando di quelle emozioni che in fondo sono un po’ nel DNA di chiunque appartenga alla generazione Z.

 

Il corpo centrale del disco può essere invece accostato alla serata in sé, con tutti gli alti e bassi emotivi che la condizione di stato di ebrezza può comportare. Partendo dal ricordo di un amico in Tutto ok e passando per le energiche ed esplosive Funerale e Povero, si conclude con le paranoie di Fantasma – cullate dal delicato beat che strizza un occhio alla vaporwave.

In mezzo a tutto ciò non può mancare il classico messaggio alla ex, rappresentato da Per me sei: una dichiarazione d’amore dal gusto decadente accompagnata da un superbo tappeto musicale, che sembra preso dagli anonimi ma altrettanto evocativi mix lo-fi di YouTube. L’intero progetto è una montagna russa di emozioni e mood che non risulta mai musicalmente eterogenea, rendendo il tutto estremamente godibile.

“Per me sei la metro sbagliata, la gente che parla ubriaca a fine serata”

In fondo alla scaletta troviamo Canada, che rappresenta la mattina successiva alla nostra ipotetica serata. Il momento in cui ci si guarda intorno e non si trovano più né il cellulare né il portafoglio, ma in fondo si è comunque contenti perché nonostante non ci si ricordi cosa sia successo si è comunque consapevoli che sarebbe potuta andare peggio.

 

Qui Drast e Kaneki ammettono semplicemente di non aver capito nulla della vita o meglio, di aver capito che in fondo probabilmente nella vita non c’è nulla da capire. Accompagnati solo da una chitarra, la loro voce suona come un velato e pacato invito a calpestare il nichilismo passivo che attanaglia la nostra generazione. Invito avvolto però dalla malinconia celata di chi in fondo in cuor suo sa che per avere un qualche tipo di futuro sarà probabilmente costretto ad emigrare in qualche posto lontano da casa, che si tratti di Canada, Africa o di una stanzetta al Politecnico di Milano.

“E quella casa a piazza Maggiore ci aspetta, ha paura che tu la tradisca

con una stanza del Poli Milano, in cui non trovi qualcuno che ti capisca”

Nonostante il progetto risulti quindi perfettamente riuscito in più aspetti, incappa in un limite evidente dato dalle premesse stesse su cui è costruito. Il target di riferimento è infatti quasi esclusivamente la stessa generazione Z e difficilmente può essere interiorizzato da chi ha più di venticinque anni. Proprio per questo motivo la scelta dei feat può essere considerata azzeccata e in un certo senso comunque obbligata, vista la natura da giovani e per giovani che caratterizza il prodotto.

 

Millennium Bug è il progetto che chiama Drast e Lil Keneki a diventare artisticamente adulti, e si può dire che nel complesso abbia le potenzialità per farlo. In un contesto come quello italiano, in cui la maggior parte degli artisti sembra ormai produrre i brani attraverso stampini prefabbricati, gli PSICOLOGI hanno deciso di mostrare la propria personalità con un prodotto che si differenzia rispetto all’offerta presente e che ha tutte le carte in regola per venire apprezzato dal pubblico.

Nessuno sa quale sarà la corrente musicale che sostituirà la trap, ma pur essendone musicalmente distanti, gli PSICOLOGI raccontano la trap – e la sua relativa generazione – meglio della trap stessa attraverso l’esaltazione degli aspetti celati di quella che Marracash chiamerebbe “pesantezza dell’apparire”. Se questo è il futuro prossimo del genere hip-hop è difficile dirlo, ma una cosa è certa: Millennium Bug è il manifesto della generazione Z.

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