Il nuovo progetto di Rkomi è una boccata d’Ossigeno per tutta la scena
E’ arrivato da poco sul mercato Ossigeno, nuovo progetto molto particolare di Rkomi, un libro legato ad un EP di sei tracce inedite: ecco quello che abbiamo capito ascoltandolo e leggendolo.
Anno 2016: il mondo della musica italiana sta per essere travolto dall’ondata trap che stravolgerà nel giro di qualche mese l’intero ambiente circostante. Dischi e singoli primi in classifica, in radio, in tv, certificazioni su certificazioni e crepe che diventano solchi sempre più grandi sul muro che divide il confine tra il mainstream e il mondo del rap. Rkomi, al secolo Mirko Manuele Martorana, è lì, affacciato alla finestra insieme agli amici e colleghi con i quali in poco tempo si prenderà un grosso pezzo di quello che c’era da prendere sulla piazza.
Eppure tra tutti, il giovane rapper nato a Calvairate, sembra quello che ci mette più tempo a carburare, una partenza quasi in sordina: un primo EP ufficiale (Dasein Sollen) che inizia a far intravedere le capacità liriche dell’artista e poi un album, Io in terra, che stupisce per le scelte stilistiche ricercate e sperimentali. L’impressione che dà il giovane Mirko è quella di voler comunicare senza essere legato a schemi o suoni canonici e prestabiliti dal mercato o dal momento.
Ossigeno per Rkomi non è un disco e non è nemmeno un libro, “sono solo pensieri, solo musica”.
Flussi di pensieri che sgorgano senza sosta tra le le liriche, parole e pensieri, musica libera per liberarsi e liberare quello che muove un ragazzo di 24 anni. C’è tanta introspezione in quello che Rkomi scrive, un lungo e continuo racconto autobiografico, nelle tracce e ancor di più nel libro, dove racconta di un periodo di transizione visto sotto vari aspetti, dal rapporto con il rap e la scrittura, a quello con i colleghi, dagli amici alle esperienze più personali e crude, come il proprio rapporto con l’alcool.
Un libro, quello scritto a quattro mani con Tommaso Naccari che non ha la pretesa di risultare un’autobiografia ufficiale del giovane artista (ricordate gli insulti al capitano dell’Inter Icardi per aver scritto di sè a nemmeno 30 anni?), ma quasi un diario, un insieme di concetti e di idee personali, elaborati grazie e conseguentemente alle esperienze di un ragazzo partito da un quartiere ed arrivato oggi a confrontarsi con un realtà lavorativa importante, con gli annessi punti positivi e ovviamente negativi.
Rkomi sa quello che vuole fare e lo vuole fare nel mondo più libero possibile, anche a costo di sconfinare nell’eccesso di sperimentazione. Non c’è un qualcosa di imposto dall’esterno, nemmeno dal mondo spesso troppo chiuso in se stesso del rap, lui stesso si dice libero di svariare e cambiare, passando da rappato a cantato.
Se la quota “stranezza sperimentale” viene sicuramente rappresentata dal pezzo latineggiante Sao Paulo insieme al sudamericano Mc Bin Laden, beccato per caso in studio in Italia, non sono casuali le collaborazioni con Tedua e Ernia, quest’ultimo particolarmente ispirato con una super strofa nel brano riflessivo Acqua calda e limone, artisti probabilmente più vicini dal punto di vista concettuale ancor più che da quello musicale tra quelli presenti nel panorama della nuova scuola.
Mirko pesca senza problemi dall’indie e dal pop, nel modo di scrivere e in quello di interpretare le proprie parole, nei suoni, leggeri ma magistralmente orchestrati da alcuni dei più forti beatmaker italiani (Shablo, Zef, Marz e Night Skinny), dalla chitarra scanzonata del pezzo Vuoi una mano, al morbido tocco di pianoforte nel già citato Acqua calda e limone.
Non c’è nemmeno bisogno di cambi di flow improvvisi o incastri impossibili, la voce di Rkomi si incastra benissimo da sola tra le basi e riesce ad evitare di rendere il tutto pesante, nonostante la presenza di molti pezzi “lenti”.
Come Solletico (il brano interpretato insieme a Tedua) che probabilmente si trasformerà nella “mini-hit” dell’EP, si collocano sulla stessa wave anche il featuring con Ernia e soprattutto l’ultimo brano Ossigeno, che sembra riassumere tutto il mondo rappresentato dal rapper in questo progetto a 360 gradi, tra libro e canzoni, chiudendo in maniera onesta e giusta un breve ma intenso flusso di idee e pensieri, a volte sconnessi, a volte ripetuti e interiorizzati.
Ossigeno è un prodotto riuscito anche perché risulta sconnesso dai lavori usciti in questo periodo, pur riuscendo a mantenere vivi i collegamenti rispetto a ciò che l’artista ci ha abituato a produrre nel tempo. Ossigeno per respirare, per comunicare e qui per sentirsi libero di esprimersi in totalità senza filtri o barriere. Parole dette in libertà, musica fatta senza confini.
Alla fine sono davvero “solo pensieri e solo musica”…