Tra Zenith e Nadir, l’internazionalità di Maruego è alle stelle: la recensione del disco
Il 16 giugno è tornato sulla scena Maruego con l’album Tra Zenith e Nadir, il suo secondo lavoro ufficiale dopo MITB, uscito nel 2015.
Il titolo rimanda subito alle origini marrocchine del rapper: Zenith e Nadir sono due parole che provengono dall’arabo e rappresentano i poli opposti dell’orizzonte terrrestre. In parole semplici, sono il punto immaginario che sta esattamente sopra ed esattamente sotto la testa dell’osservatore. Tra Zenith e Nadir indica quindi una posizione di mezzo in cui il 25enne si sente collocato, una sorta di grigio tra il nero e il bianco. Il titolo, come si può capire ascoltando l’album, probabilmente rimanda anche a una scalata sociale che Maruego ha intrapreso grazie alla musica, che lo ha portato a risalire dai bassifondi della società a uno stile di vita totalmente diverso.
Già con CRCLVM, pezzo di apertura del disco, il rapper ripercorre i mestieri che ha svolto nell’arco della vita (“ladro, pusher, killer, macellaio di maiale, esperto nel tagliare”) e affronta il tema del lavoro in Italia per chi come lui non ha mai avuto nessun curriculum (“Mai andati a scuola frate, diplomati per le strade, sono esperto di serate”). La Crème di Karim è una delle hit del disco, in cui Maruego torna a trattare un tema ricorrente nelle sue canzoni: lo spaccio. Con Supernova, Strada, Non Fotti, Money Lover, incontriamo un sound fresh di impronta americana, con un pastiche di lingue europee e africane tipiche del rapper. Testi autocelebrativi e originali ornamentati con uno stile che lo ha sempre contraddistinto dal resto della scena.
Non mancano tracce instrospettive, anzi. Viaggi nella realtà, nell’animo e nei problemi di Maruego sono una numerosa componente dell’album: 1000 problemi, Kaos, Leily, Meglio di no, Amore Businees, e Mamma e Papà raccontano pensieri, paranoie, preoccupazioni e ricordi agrodolci del rapper marrocchino, spesso andando a scavare nel suo passato da povero o nei problemi che le famiglie immigrate trovano al loro arrivo in Italia: il tema dell’integrazione è molto ricorrente nelle sue canzoni e probabilmente gli sta a cuore date anche le esperienze che ha vissuto in prima persona quando è arrivato nel bel paese.
I featuring sono tutti di un certo livello: con Fabri Fibra in Oh Fra hanno prodotto un pezzo molto ricco di metrica e flow. Non poteva mancare una canzone, ovviamente a sfondo rosa, con il suo mentore Guè Pequeno (Pss Pss), caratterizzata da un ritornello che è già una hit (“Big tits big booty / Dove vai? Cosa fai sola? / Big tits big booty / Non lo sai che tu fai gola). Presente anche Emis Killa in 1.2.3. con una traccia gangsta incentrata sui soldi. Non manca Jake La Fruria (Meglio di no), in un pezzo in cui i due rapper mostrano un lato della proprio personalità che raramente esternano. E ancora Vegas Jones (Non fotti) in un pezzo più distintamente trap, Isi Noice (Strada) sul beat di Laioung, Andrea Piraz (Che ne sai pt.2) e il rapper francese Zifou (Maestro Splinter).
Ottime e originali anche le produzioni, che confermano il timbro internazionale del disco: si
passa da un sound africano, a quello americano e sudamericano, fino ad arrivare a un suono
europeo più classico. Ben sei tracce sono firmate dai 2nd Roof, che già da
molto tempo collaborano con Maruego. Ottima vetrina anche per Mike Lennon,
giovane producer/rapper prensente anche lui in sei tracce. E ancora Sick
Luke (con una base non tipicamente nel suo stile), Laioung,
Andry The Hitmaker e Busojamz.
In conlusione, la caratteristica che risalta di più dopo aver ascoltato il disco è l’internazionalità nella sua più completa essenza, a cui è vero che Maruego ci aveva abituato da sempre, ma in questo disco sembra aver raggiunto una maturità sia nei testi che nello svariare dei flow che lo porta ai vertici della scena con un’impronta tutta sua, molto originale e personale. Potenziali hit ci sono, i flow sono numerosi e molto originali, il disco è saturo di contenuti personali e infine non manca nemmeno lo stile, anche se quello c’è sempre stato fin dagli esordi.