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“68 Till The End” chiude il ciclo del ritorno di Ernia

A pochi mesi dal suo primo album ufficiale, Ernia è già tornato sul mercato: venerdì il rapper milanese ha pubblicato 68 Till The End, un EP di sette tracce che va ad arricchire il fortunato 68 che aveva già impressionato e stupito nella stagione precedente del rap italiano.

Le riedizioni non sono una novità nel panorama musicale, spesso sono delle strategie di marketing abusate da parte dell’industria al fine di far acquistare al pubblico quella che, sostanzialmente, è un copia del disco originale che già possedeva ma con una copertina diversa e qualche b-side aggiuntivo.

Ernia in questo senso sorprende in positivo realizzando non delle mere bonus track fini a sè stesse ma bensì un secondo progetto che si collega discretamente bene con l’opera portante, come se avesse aggiunto un’ala all’abitacolo 68.

Prodotto per lo più da Marz, Till The End  parte in quarta con Lewandowski VI, il nuovo capitolo della saga che mostra Ernia nella temibile “modalità verdugo” dove, mediante lo sfoggio delle proprie abilità tecniche ribadisce il proprio status di Imperator all’interno della scena italiana, una radura sempre più povera di avversari alla sua altezza.
Ad essa segue Certi Giorni, singolo dalle tinte introspettive che ha anticipato il progetto e che vanta la collaborazione di Nitro – il primo dei tre ospiti in ordine di tracklist – che arricchisce quella che si configura come una traccia estremamente ispirata la cui natura malinconica fa da contraltare alla tonante intro. Una collaborazione ispirata tra due giovani leve che rappano su un tappeto sonoro fortemente evocativo da parte di Zef.

I featuring sono tutti all’altezza delle aspettative e in questo senso bisogna senz’altro citare Il Mondo chico con un Lazza in grande spolvero che, oltre a rappare, produce la strumentale che lo vede ospite e protagonista grazie alla molto chiacchierata punchline diretta ad Ultimo, in cui viene anche tributato il compianto frontman dei Cor Veleno Primo Brown. Il brano, il cui titolo è una citazione del film di culto Scarface, è un altro pezzo che permette ai due di rimarcare la propria abilità di uccidere con la penna i propri avversari.

Anche Chadia Rodriguez, discussa come accompagnamento ancor prima dell’uscita del brano Mr. Bamboo, offre una buona performance sul tappeto musicale offerto dall’astro nascente Mr. Monkey, anche se è necessario segnalare l’improprio utilizzo dell’autotune, forse eccessivo.

Sul piano del sound Till The End si difende egregiamente, ricordando all’ascoltatore ancora una volta perchè Marz sia uno dei produttori più interessati della scena. Ernia a sua volta si dimostra in forma, chiarendo fin da subito di non aver perso colpi nè essersi accontentato dopo il successo di 68: tracce come le già citate Lewandowski VI e Il Mondo chico sono dei veri e proprio proclami di grande potenza che risaltano le già evidenti qualità del rapper milanese che mostra senza mezzi termini di avere ancora molta fame.

Questo progetto non fa che confermare quella che forse è la più grande abilità di Ernia, ossia quella camaleontica capacità di muoversi in modo sempre efficiente tra banger, pezzi riflessivi e qualche sperimentazione – come ad esempio il brano Ti ho perso, dalle tinte più Cloud – mostrando così una mai banale versatilità da parte dell’ex Troupe D’Elitè.

Till The End è un lavoro ben riuscito e piacevole all’ascolto ma con pochi collegamenti col disco al quale dovrebbe fare da conclusione, per quanto la poetica Un sasso nella scarpa faccia ottimamente da ponte tra i due progetti. Tuttavia questo elemento non riduce sicuramente la portata di un lavoro che impreziosisce di molto un pacchetto già di per sè ricco nel quale si inserisce grazie ad un’alta qualità che si mantiene costante nell’arco di tutte e sette le tracce.

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