Da Cinisello all’America: il viaggio di Vegas Jones
Quando si nomina Cinisello Balsamo è difficile non pensare a Sfera Ebbasta, che
già dalla street hit Ciny fece della sua appartenenza alla città dell’hinterland
milanese il proprio marchio di fabbrica: a partire dal 2015 questo luogo ha avuto una
valenza quasi simbolica per l’allora movimento della “nuova scuola”.
Tuttavia a Cinisello ha avuto luogo la genesi di un altro rapper, Vegas
Jones, che non intende assolutamente passare in secondo piano.
Dopo la pubblicazione dei primi progetti, su cui spiccano Oro Nero e Gratta & Vinci, la carriera del rapper svolta con il mixtape Chic Nisello. In quest’ultimo, Vegas presta particolare attenzione alla creazione di un’atmosfera fredda e nostalgica. La componente “invernale” viene accentuata da numerosi dettagli, tra cui la cover del disco: un’immagine in bianco e nero di un tram che corre sui binari di una città innevata. Inoltre, giocano una parte importante anche i video delle singole canzoni, su tutte quello di Trankilo con Nitro, la hit che portò Vegas Jones sulla mappa del rap italiano.
Musicalmente parlando, il lavoro di Vegas si contraddistingue per la perfetta amalgama tra le sonorità trap e l’imprescindibile tecnica dell’artista. La scelta di usare spesso il pianoforte all’interno dei beat aiuta ad accentuare l’aria malinconica dell’album, che offre all’ascoltatore un quadro della vita di Veggie all’interno del proprio quartiere.
“Sto tra buio e luce, vivo in un’eclisse
E mi piace un cifro stare fuori dai tuoi cliché”
Questa barra di Eclipse, l’intro di Chic Nisello, è uno dei manifesti del disco: il primo verso indica la condizione in cui si trova l’artista, a metà tra la strada e il successo; la seconda rappresenta appieno la filosofia del rapper, solitario e fedele alle sue idee. La traccia è misteriosa, ed alterna immagini grezze a fotografie più eleganti.
La prima parte del disco contiene la maggior parte dei banger street come Papi Papi, Gang e Bellavita; la seconda metà, invece, raccoglie i pezzi più chill quali Solo, Califlower e Pelle Toscana. Questi ultimi sposano al loro mood distensivo dei testi incentrati sulla marijuana oppure, nel caso di Pelle Toscana, sull’amore.
Vegas non ha mai nascosto la sua passione per l’automobile, facendone un motivo ricorrente e fortemente identitario nei suoi pezzi. In Belair spiega che il suo flow “sviluppa una cosa come 700 cavalli”, mentre in Matrimoney si auspica di arrivare al proprio matrimonio su una bella Mercedes. Nell’onirica e triste Lambo, il rapper sogna di guidare la macchina dei desideri, descrivendo contemporaneamente cosa succede nel bando (un monolocale dove il rapper abitava con altri suoi amici. Bando è l’abbreviazione gergale di Abandoned House).
Chic Nisello si colloca alla fine di un anno colmo di lavori iconici destinati a cambiare per sempre il volto del rap game italiano. Ciò che distingue Vegas dai vari Tedua, Izi e Rkomi è il suo modus operandi di agire da solo, rimanendo distaccato dalla cricca dei “Bimbi“: è un rapper dalle qualità evidenti, ma in un momento di transizione così forte l’Italia ha bisogno di un vero e proprio gamechanger, identificato in Sfera Ebbasta.
Due anni dopo Chic Nisello Vegas torna con Bellaria, il primo album ufficiale. Rispetto al tape precedente, si respira un clima diverso: l’inverno di Cinisello lascia spazio all’estate della California, e la chitarra prendere il posto del pianoforte alla guida dei beat. Malibu, la prima vera e propria hit del rapper – che infatti sarà certificata del doppio platino – è intrisa di immagini tropicali e circondata da un’atmosfera estremamente rilassante.
In Bellaria a fare da padrone è il tema del “viaggio” all’interno del mondo dell’artista di Cinisello, che sostituisce la gelida permanenza a Cinisello: laddove quest’ultimo è l’autista, ovviamente alla guida della sua nuova Mercedes Benz nera, lo spettatore prende il posto del passeggero. Abbassando i finestrini della vettura si può sia ammirare il successo che è riuscito ad ottenere l’artista che scorgere il suo nebbioso passato, rappresentato da brani come Cristo e soprattutto La Finale. Questi pezzi fanno rimembrare proprio i giorni vissuti nel bando, dove si viveva in nove, con “le ragnatele, lo spettro e la tele che è uno specchio”.
A differenza del progetto precedente, Bellaria riceve delle critiche in più, riferite alla sua ridondanza lirica e alla poca eterogeneità sonora, e in effetti il disco fatica a macinare numeri anche solo simili allo straripante successo anticipato da Malibu. A distanza di otto mesi dall’uscita dell’album, Vegas rilascia Bellaria: Gran Turismo, la deluxe edition del disco. Questa versione ha il grande merito di aggiungere dei pezzi interessanti (Pelle D’Oca, Backpack, Angeli & Demoni) migliorando addirittura l’opera originale, senza snaturarla o distaccarsi dai temi principali.
In questi ultimi anni, Vegas Jones è riuscito a togliersi parecchi sassi dalla scarpa, in primis staccandosi di dosso l’etichetta di essere soltanto un altro “rapper di Cinisello” per ampliare sensibilmente il proprio pubblico. L’ultimo traguardo è stato sicuramente la collaborazione alla versione italiana di Start Again dei One Republic.
Vegas ha macinato tanti kilometri, riuscendo in pochi anni a migrare dalle soffocanti strade di provincia alle assolate spiagge statunitensi, tagliando numerosi traguardi. Non resta dunque che chiedersi quale strada prenderà il suo viaggio da adesso in avanti.