Genova porta il rap sulla Luna con il GoaBoa Festival
Il GoaBoa Festival di Genova è giunto quest’anno alla sua 22esima edizione e, come prevedibile, non ha assolutamente deluso le aspettative. Lanciato dallo slogan “GoaBoa sulla Luna“, per celebrare i 50 anni dell’allunaggio e organizzato dall’associazione Psyco, in collaborazione con il Comune di Genova e la Regione Liguria, il festival si è svolto tra il 5 e il 21 luglio, nella bellissima location dell’Arena del Mare, in pieno Porto Antico. Ospiti del festival sono stati artisti di tutti i generi, da Calcutta e Gazzelle, a Steve Hackett e Jethro Tull, passando per Fast Animals and Slow Kids e Carl Brave, fino ad arrivare a Salmo e Izi.
Dalla sua parte, il GoaBoa Festival ha il merito di dedicare uno spazio piuttosto importante al rap da almeno 4 anni, anticipando in un certo senso la vera esplosione del genere. Quest’anno, dopo l’iniziale incursione di Mecna durante la prima serata del 5 luglio, le giornate totalmente dedicate al rap sono state due, quelle del 20 e 21 luglio, senza tralasciare ovviamente le esibizioni di Rancore il 18 luglio e di Carl Brave e Ghemon il 19.
Il 20 luglio la scaletta prevede in ordine le esibizioni di Speranza, Quentin40, Massimo Pericolo e, infine, Salmo.
Alle 20:25 si apre ufficialmente la serata: partito il beat di Manfredi, sale sul palco principale Speranza, bravissimo a coinvolgere magistralmente il pubblico genovese, sia per la carica esplosiva di ogni traccia, sia per la genuina ignoranza che caratterizza l’artista.
Segue quindi Quentin40 che, accompagnato dal fidato Dr. Cream, scalda immediatamente il pubblico con prima strofa e ritornello di Thoiry. Sul palco, il Giovane1 porta tutti i suoi pezzi più popolari, dando prova di grandi skills al microfono, soprattutto quando presenta alla folla una versione “inedita” di Botti, rappata con straordinaria scioltezza sul leggendario beat di Shook Ones pt.2 dei Mobb Deep.
Intorno alle 22 è il turno di uno nomi più attesi di tutto il festival: Massimo Pericolo sale sul palco mentre sul maxischermo alle sue spalle passano le immagini dell’operazione di polizia Scialla Semper, che anni fa gli costò l’arresto e i famosi 2 anni tra carcere e domiciliari e che oggi è il titolo del suo album di debutto. Alessandro si dimostra a suo agio sul palco, lascia spazio a qualche pezzo più datato come Cella senza cesso, apre il suo cuore al pubblico con Amici e Scacciacani e chiude la sua esibizione con la devastante 7 Miliardi.
A questo punto, mancano pochi minuti all’ingresso dell’uomo più atteso della serata, Salmo. Il fondatore di casa Machete viene preceduto sul palco da DJ Slait, che alle 22:55 fa partire le note di 90MIN: il rapper sardo, ancora convalescente, causa caviglia malconcia, fa il suo ingresso su una carrozzina elettrica e dà il via ad un live che già al ritornello della prima traccia si preannuncia memorabile. Ripercorre quasi tutto Playlist, passa in rassegna i suoi pezzi più popolari e significativi, quali Russel Crowe e S.A.L.M.O e blasta malamente un hater che cerca di tirargli addosso più di una monetina.
Dopo aver finto di andarsene al termine di Il cielo nella stanza, Salmo ricompare sul palco per dare il via a quello che si rivela essere praticamente un altro live, dove a farla da padrone sono i pezzi del Machete Mixtape 4. Non a caso fa il suo ingresso anche Dani Faiv che, nel poco tempo rimasto, si rende protagonista di un’ottima prova; inoltre, in occasione di Star Wars, torna sul palco anche Massimo Pericolo che demolisce il main stage e si prende un’altra volta l’acclamazione del pubblico. Nel finale, Salmo chiama il pogo su MAMMASTOMALE e, a sorpresa, ma neanche troppo, arriva Izi che rappa la sua strofa e dà appuntamento per il giorno successivo. A chiudere il concerto e la serata nel migliore dei modi è GANG, altro pezzo che fa saltare per l’ennesima volta il pubblico sotto al palco.
All’ultima serata del festival, invece, i protagonisti sono in ordine di apparizione Matsby, Priestess, SideBaby, Ernia e, infine, Izi.
Ad aprire l’ultima serie di concerti è Matsby, rapper genovese di belle speranze, che sfrutta al massimo i pochi minuti a sua disposizione, emozionando la folla sulle note di Punto Zero e Per te, per quella che è stata la sua prima volta su un palco di una certa importanza.
E’ il turno di Priestess: la principessa di casa Tanta Roba sorprende per la capacità di tenere il palco e di saper giocare in maniera incredibile con la propria voce. Chef, Verde e Maria Antonietta sono i pezzi che più hanno trascinato il pubblico di Genova, rimasto piacevolmente soddisfatto dalla performance della bella e soprattutto brava 23enne pugliese.
E’ il turno di SideBaby, la cui accoglienza da parte del pubblico è tra le più calde riservate agli artisti che si sono esibiti in questi 2 giorni. Il live si sposta sui due mood che da sempre caratterizzano la vita e la musica di Arturo: dall’ingresso micidiale con Diego Armando Maradona, ai momenti più personali rappresentati da Jappone e Freddo, fino all’ingresso dei Tauro Boys per la coinvolgente Bella bro. Per quanto l’esibizione dell’ex membro della Dark non sia stata tecnicamente tra le migliori, il calore del pubblico e l’emotività di Side rendono questo live tra i più intensi delle varie serate.
Prestazione da urlo invece è quella di Ernia, il cui show si pone tra i meglio riusciti del GoaBoa: pur tralasciando qualche traccia di successo come Certi giorni o Il mondo chico, Mr. Professione si prende la scena grazie alla potenza di pezzi come Lewandowski VI, Madonna e Bro e intrattiene con grande semplicità il pubblico, a volte con ricordi della vita prima del successo, a volte con interventi al limite del comico, come quando si autoproclama king delle hit estive per poi iniziare a cantare Bella. Unica pecca è l’evidente polemica verso gli organizzatori dell’evento, colpevoli secondo Ernia di avergli lasciato poco tempo a disposizione da non poter neanche chiudere con un ultimo pezzo.
La chiusura del festival è affidata così ad Izi: poco prima delle 23 le luci si spengono, l’intro parlata di Zorba fa da preambolo al trionfale ingresso del bimbo magico mentre rappa Il nome della rosa. Lo show di Diego è costruito nei minimi particolari: per ogni traccia di Aletheia c’è uno sfondo animato che riprende il tema centrale del pezzo, come un paesaggio soleggiato per Carioca e il santo a cavallo contro un drago per San Giorgio; a questo si aggiungono numerosi interventi parlati da parte dello stesso Izi, che ci ricorda di quanto i social possano essere pericolosi e fuorvianti per la realtà e che dedica la sua cover di Dolcenera di De André a Genova, ai caduti del Ponte Morandi, ad ogni singola persona presente al suo concerto.
C’è spazio anche per tutti i rapper di Wild Bandana e Drilliguria: sul palco passano uno dopo l’altro Zero Vicious, Sayf, Guesan, Ill Rave, Disme, Bresh e Vaz Tè. Ognuno di questi si unisce alla festa orchestrata da Izi con un pezzo a testa, per poi avvicinarsi alla chiusura quando Davide Ice, dj ufficiale di Izi, fa partire Wild Bandana per la gioia della folla sotto al palco. Izi termina il suo concerto con Dammi un motivo e Chic, prima di sparire nella maniera più scenica possibile: appena dopo aver fatto partire un inedito, il bimbo magico si accascia al suolo come in preda alle convulsioni e viene portato via da due figure col passamontagna. Un finale con il botto per una serata e per un festival che rimarranno ancora una volta nella storia musicale e non solo di Genova.