Run The Jewels 4: uno spaccato di attualità
Il 3 Giugno scorso, con due giorni di anticipo rispetto alla data prefissata, è uscito Run The Jewels 4, quarto disco del gruppo Run The Jewels, formato dai rapper El-P e Killer Mike. Il disco è un inno alla lotta contro il razzismo e contro la violenza della polizia, e non poteva uscire in un periodo storico migliore.
In America vengono definiti supergroups quei gruppi musicali formati da artisti che hanno avuto successo nelle loro carriere soliste, e i Run The Jewels fanno parte di questa categoria. Si formano nel 2013 dopo che i due rapper, già oltre i trent’anni, decidono di buttarsi in una nuova esperienza attraverso la quale scelgono di trattare tematiche forti e attuali.
Il precedente disco – Run The Jewels 3 – esce nel 2016, momento in cui i riflettori americani sono puntati su Donald Trump e la sua ascesa come Presidente degli Stati Uniti; Run The Jewels 4 esce, invece, mentre negli USA sono giorni di proteste – pacifiche e non – a seguito dell’uccisione di George Floyd da parte di un agente della polizia, e la conseguente riapertura del dibattito sul razzismo e sulla supremazia dei bianchi all’interno dei reparti della forze dell’ordine americane, ed ormai più in generale del mondo.
Per parlare di questo disco, e di quanto sia importante in questo momento, partiamo dalla traccia Walking In The Snow, nella quale Killer Mike dice:
“And you so numb you watch the cops choke out a man like me and ‘til my voice goes from a shriek to whisper, ‘I can’t breathe’. And you sit there in the house on couch and watch it on TV.”
Il rapper di Atlanta è quasi profetico a pronunciare quell’ “I can’t breathe”. Mike qui si riferiva all’omicidio di Eric Garner, avvenuto nel 2014, ma quella frase – che probabilmente furono le ultime parole di George Floyd – è diventato il grido di battaglia delle proteste contro il razzismo e l’abuso di potere. Killer Mike stesso ne ha preso parte, scuotendo la sua città con un discorso commovente e dichiarando il suo sostengo a Bernie Sanders.
Il brano successivo, Ju$t, vede la collaborazione di Pharrel Williams e di Zach De La Rocha, membro dei Rage Against The Machine – il quale nel 2021 andrà in tour con i Run The Jewels. Anche in questa traccia il tema del razzismo è molto forte e viene espresso anche in maniera innovativa. Si parla di razzismo attraverso l’iconografia dei dollari americani: i rapper notano come sulla valuta del loro Paese siano rappresentati uomini che sì, sono stati importanti, ma che allo stesso tempo sono stati finanziatori e promotori della schiavitù. George Washington, Thomas Jefferson e gli altri padri fondatori, anche se in futuro lo rinnegarono, furono molto vicini alla faccenda dello schiavismo.
Killer Mike ed El-P non sono solo due rapper che trattano di temi politici e sociali, sono dei veri e propri attivisti. Questo lo dimostra anche la partecipazione al disco di Mavis Staples, cantante RnB ed icona dell’attivismo, nel brano Pulling the pin, in cui figura anche la partecipazione di Josh Homme dei Queen Of The Stonehenge.
Il disco non è interamente politico: intervallate alle canzoni di denuncia sociale troviamo dei veri e propri esercizi di stile come ooh la la, prodotta dal leggendario Dj Premiere su un campione dell’iconica DWYCK dei Gang Starr.
Il modo di rappare dei Run The Jewels ha evidenti influenze old school e potrebbe essere considerato un po’ datato, ma sono i temi trattati all’interno di questo disco a renderlo un lavoro attuale ed importantissimo. Loro stessi, come gruppo, rappresentano l’unione tra un rapper bianco ed un rapper nero, tra Atlanta e New York. RTJ4 incarna perfettamente il momento storico che si sta consumando in questi giorni e settimane, ed aiuta anche chi non può partecipare attivamente negli USA a capire ciò che sta accadendo.